FIRENZE , 02 gennaio, 2020 / 2:00 PM (ACI Stampa).-
Natale di sangue per i cristiani di Nigeria. Sono stati 11 i cristiani fucilati e decapitati nel giorno di Natale in una località imprecisata, mentre altri cristiani sono stati uccisi in una località imprecisata nel Nord Est del Paese. Attentati rivendicati dai miliziani dello Stato Islamico nella provincia dellAfrica Occidentale (Iswap), una fazione di Boko Haram particolarmente fedele al cosiddetto Stato Islamico. Una notizia che non è una sorpresa per don Mario Alexis Portella, Cancelliere dellarcidiocesi di Firenze che ha studiato lIslam, ha scritto un libro intitolato Islam, religione di pace? e tra luglio ed agosto dello scorso anno è stato nella regione di Maiduguri, nel Nord Est della Nigeria, a raccogliere storie e volti di quella che è una persecuzione dimenticata dai media. Quando Boko Haram nel 2014 rapì 276 studentesse nigeriane, e lattenzione del mondo era focalizzata sulla Nigeria, partì la campagna Bring back our girls. Ma nel febbraio 2018 cè stato un nuovo rapimento, di cui pochissimi parlano. Quello che sta succedendo in Nigeria racconta ad ACI Stampa don Portella è simile a un genocidio. Un genocidio nascosto, perché non viene data visibilità alla situazione in Africa, non ci sono gli stessi riflettori che ci sono sul Medio Oriente. Così, il genocidio, la persecuzione, stanno già succedendo. Nel suo soggiorno nel Paese, don Portella è stato accompagnato da un sacerdote dellarea che sta studiando Comunicazioni Sociali, ed è potuto arrivare, scortato dai militari, a visitare le scuole private cattoliche e mostrare loro il mio supporto, incoraggiarli. Tutti sorridevano, portavano la croce. Molte le storie, alcune terribili. Cera una donna racconta don Portella - che è stata rapita da Boko Haram tre anni fa allo scopo di farne la loro schiava sessuale. Stuprata da quattro uomini, era rimasta incinta. Ha dato il bambino alla luce, sebbene questo fosse considerato impuro. Ma lei ha trovato un modo di portare avanti il tutto, anche con laiuto del vescovo. La situazione in Nigeria è molto dura. Boko Haram è basato nella zona Nord Est del Paese, nella zona economicamente più vantaggiosa. Sono molto attivi sottolinea don Portella continuano ad uccidere Si parla di loro perché sono musulmani, ma non si parla dei cristiani che vengono perseguitati. Don Portella ricorda che la persecuzione dei cristiani in Nigeria risale già al XIX secolo, sotto il califfato di Sokoto, mentre la Sharia (la legge islamica) è stata ufficialmente stabilita nella regione nel 1999, e la violenza islamista è cresciuta da quando Muhammadu Buhari è stato eletto presidente nel 2015. Tra gli episodi di violenza dimenticati, don Portella ricorda luccisione, lo scorso 1 agosto, di Padre Paul Offu nella Nigeria del Sud, per mano del gruppo islamico Fulani che Buhari ancora deve condannare come terroristi. Una situazione che ha fatto paventare allex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo la possibilità di un genocidio in stile ruandese. Don Portella ricorda anche il tempo che ha trascorso con una donna il cui marito, Yohanna, è stato rapito da Boko Haram e poi ucciso. Anche questa, una storia di cui pochi parlano. Per don Portella, il problema sta proprio nella sharia, che va ad indottrinare anche gli Almajiri ovvero gli emigranti che sono chiamati ad emigrare per causa di Allah e portare il suo messaggio. Per molti, questo sistema è una attraente alternativa a mandare i propri figli nelle scuole statali, che costano soldi e buona parte delle scuole religiose in Nigeria forniscono istruzione gratuita. Ma gli Alamjiri devono prendersi cura dei loro bisogni quotidiani, in molti vanno a chiedere lelemosina quando non studiano, e circa 7 milioni di Almajiri (sono dati del Consiglio per il Welfare di Nigeria) popolano le strade della Nigeria del nord, esposti a violenza, traffico di esseri umani, fame, mentre quelli che sopravvivono prendono lavori di basso livello. È un grande serbatoio per lestremismo islamico. Don Portella non nega che ci siano anche musulmani tra le vittime di Boko Haram e dei Fulani, ma in quel caso il governo ha lavorato per aiutarli e ricostruire le case, mentre i cristiani sono lasciati fuori al freddo e viene anche loro negato di costruire una chiesa, considerando che lultimo Certificato di Occupazione per una chiesa a Maiduguri risale al 1979. Gli studenti cristiani poi non possono avere curricula religiosi cristiani alle elementari e medie, e sono forzati a studiare lIslam. Vengono anche loro negati lavori e promozioni in agenzie parastatali del governo. Questa discriminazione si unisce alle violenze, che hanno portato ad un vero e proprio eccidio: nel solo 2018, ci sono state almeno 1200 persone uccise e 200 mila sfollate a causa della violenza islamica. Per questo, il massacro di Natale non è una sorpresa per don Portella. Piuttosto, sarebbe bene che i riflettori si accendessero anche sullAfrica, lì dove la persecuzione anti-cristiana è comunque fortissima. E non viene raccontata. |
"Le unioni omosessuali
non sono un matrimonio"
Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino |
La Diocesi di Torino ha da diversi anni promosso
un servizio pastorale di accompagnamento spirituale, biblico e di
preghiera per persone omossessuali credenti che si incontrano con
un sacerdote e riflettono insieme, a partire dalla Parola di Dio,
sul loro stato di vita e le scelte in È questo un servizio che si è rivelato utile e apprezzato e che corrisponde a quanto l'esortazione apostolica "Amoris Laetitia" di Papa Francesco afferma e invita a compiere: "Desideriamo anzitutto ribadire che ogni persona indipendentemente dal proprio orientamento sessuale va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei confronti delle famiglie con figli omosessuali è necessario assicurare un rispettoso accompagnamento affinché coloro che manifestano una tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita" (n. 250). Questo è lo scopo del percorso spirituale di accompagnamento e discernimento proposto in Diocesi. Esso vuole dunque aiutare le persone omosessuali a comprendere e realizzare pienamente il progetto di Dio su ciascuno di loro. Ciò non significa approvare comportamenti o unioni omosessuali che restano per la Chiesa scelte moralmente inaccettabili: perché tali scelte sono lontane dall'esprimere quel progetto di unità fra l'uomo e la donna espresso dalla volontà di Dio Creatore (Gen. 1-2) come donazione reciproca e feconda. Questo però non significa non prendersi cura dei credenti omosessuali e della loro domanda di fede. Per questo il percorso che la Diocesi ha intrapreso non intende in alcun modo legittimare le unioni civili o addirittura il matrimonio omosessuale su cui la "Amoris Laetitia" precisa chiaramente che "non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie neppure remote tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia" (n. 251).
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NON É TUTTA
LA CHIESA
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Chissà quanta gente, specie in questi ultimi tempi, avrà provato dolore, scoraggiamento e delusione nell'apprendere di ripetuti e gravi scandali verificatesi anche fra gli uomini di chiesa. Uomini votati per vocazione e per libera scelta a ben altro operare. I disastri sono veramente immani allorché, secondo il detto popolare, sono i marinai a danneggiare il porto. Per fortuna il corso della storia della Chiesa e
di ogni uomo non dipende solo dagli attori più o meno responsabili
che si incontrano ma da un Registaprotagonista il Quale sa scrivere
dritto anche sulle righe storte. Certamente quanto viene pubblicato e diffuso, con
la pretesa di far aprire gli occhi a tanti ritenuti creduloni illusi,
potrebbe essere comunicato con toni meno denigratori e meno astiosi.
Saggiamente però le persone di buon senso non gettano il
bambino con l'acqua sporca e si convincono ulteriormente che, nonostante
le tempeste e le burrasche la nave va avanti perché il timone
è in buone Mani. |
Fino a che punto siamo diventati inumani
Credenti o no, a un'interrogazione
sull'eutanasia per i bambini si vorrebbe solo rispondere:Allontana
da me questo calice. In Olanda è legale anche per i minori dai 12 anni in su. In Belgio, col voto di ieri della Camera (era già passata al Senato) è legale per i minori senza alcun limite di età. La legge belga, cui si sono opposti soprattutto i responsabili religiosi, cattolici (la confessione prevalente) e altri cristiani, musulmani ed ebrei, mentre più del 70 percento dei cittadini le si dichiarava favorevole, stabilisce che l'eutanasia si applichi a minori con malattie terminali, sofferenze "costanti e insopportabili" (fisiche, e non anche solo psichiche, come per gli adulti) e una prognosi di morte prossima; che siano in grado di discernere nella propria decisione - facoltà che va accertata da psicologi e psichiatri; e per i quali ci sia il consenso dei genitori. Condizioni, dichiarano i sostenitori della legge, che impediscono errori e abusi, e rispondono a una sollecitudine "umana". Gli avversari della legge - più forti fuori che dentro il Belgio, paese "secolare" come pochi, che ha visto crollare la pratica religiosa e il prestigio della gerarchia cattolica, specialmente per lo scandalo della cosiddetta pedofilia - avanzano argomenti diversi. La legge, dicono alcuni pediatri e specialisti, è il frutto superfluo di un accanimento ideologico, perché nessun bambino e nessuna famiglia ha mai chiesto il ricorso all'eutanasia. Altri, con rilevante autorevolezza scientifica, protestano che le cure palliative sono oggi in grado di rendere sopportabili le sofferenze, che il problema è dunque di assicurarle pienamente a tutti, e che grazie a esse "i piccoli in fin di vita possono avere ancora momenti privilegiati coi loro genitori, foss'anche una sola ora al giorno... ". L'argomento è fondato benché controverso quanto alla sua assolutezza: la legge parla di sofferenze che "non possano essere placate". Ancora, si obietta alla "capacità di discernimento" circa la volontà di morire di quei minori che in diversi campi civili si ritengono irresponsabili di sé fino alla maggiore età. Argomento ispido e greve di contrasti: la tutela necessaria - sacra, diciamo - dei minori è sempre esposta a diventare derisione o sottovalutazione della loro intelligenza e libertà. Fra i medici e gli psichiatri fautori della legge,
si sottolinea che "in casi di morte prossima, i minori sviluppano
velocemente un forte livello di maturità". Orrendo lessico
e constatazione ragionevole, ma lo è anche l'opposta, e non
solo per i minori, che l'incombenza della morte sconvolga i criteri
ordinari di maturità. |
Su scelte così drammatiche pesa tremendamente e ineludibilmente il passato. L'eutanasia infantile fu un capitolo mostruoso dell'eugenetica nazista, estesa a una gamma infinita di disabilità, deformità, debolezze, inferiorità e insomma "vite indegne di essere vissute". Ma l'aberrazione eugenetica aveva preceduto il nazismo, si era immaginata come l'avanguardia del progressismo scientifico, e sarebbe sopravvissuta alla fine del nazismo, com'è noto, anche in paradisi socialdemocratici come i paesi scandinavi, o negli Stati Uniti. I fautori della legge belga protestano inorriditi a quel richiamo, com'è comprensibile. All'altro capo, gli avversari "assolutisti" della legge, se così si possono chiamare, religiosi e non solo, sono anche i nemici giurati della depenalizzazione dell'aborto o gli impositori dell'idratazione forzata a persone adulte e capaci di discernere e di comunicare la propria volontà. Il Consiglio d'Europa è contrario alla legge belga, protesta che i bambini non siano nelle condizioni necessarie al consenso informato. In Italia, benché sia notoria la propensione di una maggioranza di cittadini all'eutanasia, una discussione seria e informata è ancora evitata con cura, per una preoccupazione sincera o per ipocrisia bigotta. Basta ripercorrere la vicenda del "fine vita". Di fronte a un tema tremendo come quello dell'eutanasia per i bambini - e il suo tremendo sottocapitolo, dell'eutanasia neonatale - conviene intanto fermarsi. Non perché l'astensione dal giudizio esima
da una responsabilità che fa paura: si è altrettanto
responsabili per azione che per omissione. Ma il passo compiuto
dal parlamento belga è troppo oltre la nostra comune "capacità
di discernimento". Forse proprio il confronto con la prepotenza
aberrante di quella legge incostituzionale sulla nutrizione e l'idratazione
forzata, che doveva spaventare e indignare più di ogni record
dello spread, può suggerire una prima trincea. Ci sono situazioni estreme e singolari, ognuna delle quali fa storia e tragedia per sé, che bisogna rinunciare a definire per legge. Le leggi accomunano i casi cui si applicano, li spogliano della loro eccezionalità e della loro sfera peculiare. Si dice che medici e infermieri facciano "clandestinamente" ciò che la legge vieta. È vero, ma questa è ipocrisia o, peggio, violenza, quando investe condizioni sociali vaste se non enormi: è così per l'aborto clandestino, per l'accanimento nel fine vita, la negazione del diritto del malato a decidere delle proprie cure. |
In Olanda, tra il 2002, quando è entrata in
vigore la legalizzazione, l'eutanasia è stata applicata a cinque
minori (abbiamo visto, sopra i 12 anni). Mentre fra gli adulti i casi
di eutanasia vanno dai 2000 ai 4000 all'anno. In Belgio, dove sono
più di 1000 fra gli adulti, fra il 2006 e il 2012 essa si è
applicata a un solo adulto minore di 20 anni.
Una posizione come questa, che può sembrare opportunista o addirittura vile - si può essere vili del resto, e indietreggiare, di fronte a responsabilità simili - costringe al contrario, una volta che si accetti di misurarsi davvero con i problemi di vita e di morte, e di non affidarsi alle spalle coperte dei principii assoluti né al commento estemporaneo di scelte altrui, a conoscere la questione e riconoscere se stessi. E ammettere che tanti di noi, quasi tutti noi, alla
fine, più o meno da vicino, li affrontiamo già questi
problemi, e quello che le leggi regolano o ignorano non è
quasi mai la soluzione, e molto spesso l'ostacolo. Dove la legge
si ritira, resta il campo alla brutalità o alla compassione.
Affare nostro, di ciascuno di noi. |
"Onora il padre e la madre" con "Onora il nonno e la nonna"? Roberto Benigni l'ha fatto pensare a più d'uno con ciò che ha saputo dire nella presentazione televisiva dei Comandamenti. Piccolo elogio della nonnità |
Sostituire no, ha riflettuto lui stesso, perché
padre e madre sono insostituibili, ma integrare si. Perché
nonno e nonna sono figure onnipresenti nella vita dei bambini, e
hanno un ruolo sempre più importante nel campo educativo
e affettivo. "Andare a trovare i nonni" e un momento di
felicità intensa per i piccoli, e per i nonni riceverli in
casa e gioia pura. Un grande studioso della Letteratura Italiana, forse
il miglior critico del Novecento, che attraverso i libri e gli autori
vedeva la vita, i sentimenti, i problemi personali e sociali, Geno
Pampaloni, ha scritto in tarda età un libriccino di memorie,
in cui ha messo una definizione di vecchiaia che (cito a memoria,
e chiedo scusa se sbaglio qualcosa) suona cosi: "Si è
vecchi quando per le scale i passi dei figli e dei loro figli che
ci vengono a trovare salgono troppo tardi, e scendono troppo presto".
È una frase densissima. Significa che i nonni si affacciano
a tendere l'orecchio sulle scale prima che i figli arrivino, e godono
e si avvertono reciprocamente appena sentono il primo scalpiccio,
e finita la radunata li accompagnano sulla porta e tendono l'orecchio
per sentire i passi allontanarsi, e richiudono la porta quando non
si sente più nulla: cosi la visita di figli e nipoti vien
vissuta a partire da prima che cominci per continuare anche dopo
che e finita. Questo nel caso delle abitazioni separate, che nell'epoca
dei condomini e degli appartamenti e il più frequente. Accade sempre più spesso che i nonni facciano
da supporto affettivo-educativo ai nipoti, li aiutino a fare i compiti,
li portino ai giardini, stiano con loro davanti alla tv, insomma
spartiscano la vita. La nonnità è una seconda paternità.
Ritorno spesso su questo concetto, mi pare un test del nostro tempo.
Un test felice. |
La nonnità e la prima paternità che
ritorna, riveduta e corretta. Quand'erano padri e madri, i nonni
hanno fatto degli errori: tutti, nessuno escluso, tanto meno colui
che scrive queste righe. Il ruolo di padre e di una difficoltà estrema.
Non significa parlare bene ai figli, cioè insegnare loro
il bene, insegnare loro un modello di vita con le parole, ma insegnare
un modello di vita con la vita. Tutti sbagliamo, perché non
sappiamo. I nonni sanno, e sbagliano meno. Dice Freud che l'amore paterno per i figli inquinato
da altri sentimenti, che non si possono portare facilmente alla
luce neanche con l'analisi, perché la coscienza li condanna
e perciò li nasconde. C'è anche gelosia, rivalità,
bisogno d'imporre l'autorità, di ottenere l'obbedienza. Vorrebbero
migliorare i figli, farne dei capolavori. Realizzare attraverso
i figli le rivincite che la vita non gli ha dato. Per quanto sia
difficile crederlo, i padri non sentono questa ambiguità
nel loro amore per i figli, ma i figli si. Nei nonni queste ambiguità
svaniscono. Amano i nipotini per quel che sono e come sono. E i
nipotini sentono in loro questo amore totale, e lo ricambiano. Onorare vuol dire rispettare, obbedire, o almeno
non disubbidire, e stimare. Aver fiducia. Parlarne bene. Protestare
se senti che qualcuno ne parla male. Preoccuparti se senti che è
malato. Piangere se senti che se n'e andato. "Onora il padre
e la madre" significa "onora tuo padre e suo padre, tua
madre e sua madre". E già cosi, nelle famiglie. Specialmente
in questi giorni. Sono i giorni più felici dell'anno. |
TALEBANI in
ITALIA?
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CHE BELLA VITA CHE CI ASPETTA ! |
Legge omofobia, al Senato va anche peggio L'intolleranza della propaganda ideologica omosessualista "violenta e sopraffattoria" sta diventando un vero problema nel nostro Paese, al punto da "indurre ad una seria riflessione". Parola del governo italiano. Lo ha, infatti, affermato il Vice
Ministro dell'Interno Filippo Bubbico nell risposta resa il 16
gennaio scorso ad un'interpellanza del senatore Carlo Giovanardi
sui fatti di Casale Monferrato. Com'e noto, il 22 settembre 2013
nella cittadina piemontese si è svolto - o avrebbe dovuto
svolgersi, visto come sono andate le cose - il convegno dal titolo
"Gender, omofobia, transfobia: verso l'abolizione dell'uomo?". Si trattava di un'iniziativa organizzata dal Movimento per la vita, Alleanza cattolica, Comunione e liberazione, con il patrocinio della Pastorale della salute e Pastorale sociale della diocesi di Casale Monferrato, in cui avrebbero dovuto parlare come relatori l'Avv. Giorgio Razeto, membro dei Giuristi per la Vita, e il Prof. Mauro Ronco. Ebbene, quel convegno è stato disturbato ed interrotto a seguito di una becera gazzarra allestita da attivisti dei movimenti per i diritti dei gay, tra cui il coordinamento Torino Pride LGBT, il collettivo AlterEva e l'associazione Arcigay. Fatto gravissimo che ha spinto lo
stesso Presidente dei Giuristi per la Vita a scrivere al Ministro
dell'Interno on. Angelino Alfano un'accorata lettera di protesta. L'episodio e stato oggetto anche
di due interpellanze parlamentari: una alla Camera dei Deputati,
da parte dell'on. Alessandro Pagano, ed una al Senato, come si
è detto, da parte del senatore Carlo Giovanardi. Ed e proprio
la risposta data a Giovanardi dal Vice Ministro Bubbico che rende
l'idea dell'esatta dimensione del fenomeno. Lo stesso Bubbico, infatti, in un
passaggio del suo intervento, dopo avere precisato che "i
fatti esposti nell'informativa dell'organo di polizia sono tuttora
al vaglio dell'autorità giudiziaria", ha affermato
che "l'episodio di Casale Monferrato deve comunque indurre
ad una riflessione seria sui valori della tolleranza e sulla necessità
che la diversità anche più aperta delle opinioni
non divenga motivo di contrapposizione violenta e sopraffattoria". |
Doverosa e conseguente, poi, la rassicurazione che
"l'impegno delle forze dell'ordine è continuamente teso
a garantire l'esercizio dei diritti fofondamentali dei cittadini,
costituzionalmente definiti, come il diritto di riunirsi pacificamente
e di manifestare liberamente il proprio pensiero, nonché
la salvaguardia - anche con le necessarie azioni di prevenzione
- delle condizioni necessarie per una pacifica convivenza civile
e politica". Di fronte a questo inquietante scenario, l'iter
parlamentare del disegno di legge antiomofobia prosegue in Commissione
Giustizia del Senato. E qui le cose non sembrano mettersi per il
verso giusto, viste le ultime sconfortanti notizie che ci giungono
da Palazzo Madama. Nella seduta del 16 gennaio scorso, infatti, la
relatrice Rosaria Capacchione del PD ha dato parere favorevole ad
alcuni emendamenti, che, se possibile, peggiorano la proposta di
legge liberticida ed eterofoba che porta il nome di Scalfarotto. Lo afferma lo stesso senatore Carlo Giovanardi, rilevando come "oltre al carcere previsto per legge per chi sostiene idee che le associazioni gay ritengono discriminatorie nei confronti dei portatori di "orientamento sessuale" e "identità di genere", fanno capolino anche come protette dalla legge penale le persone che sono, oppure vengono identificate, ovvero percepite, come omosessuali o transessuali". "Come ciliegina sulla torta", osserva
sempre Giovanardi, "viene reintrodotta la rieducazione
obbligatoria presso le associazioni gay di chi si ostina per esempio
ad essere pubblicamente contrario al matrimonio o all'adozione di
bambini da parte di coppie omosessuali". Si tratta della pena accessoria prevista nel testo
approvato il 9 luglio 2013 dalla Commissione giustizia della Camera
(art.4), ovvero "l'attività non retribuita in favore
della collettività da svolgersi al termine dell'espiazione
della pena detentiva per un periodo da sei mesi a un anno",
costituita da lavoro "in favore delle associazioni a delle
persone omosessuali". Quella norma, indice evidente dell'impianto ideologico
del disegno di legge (siamo alla rieducazione culturale di stampo
maoista), fu poi eliminata a seguito dell'emendamento dei due relatori,
Scalfarotto e Leone, il 22 luglio 2013. Occorre davvero alzare la guardia: Hannibal ad
portas! Gianfranco Amato 20-01-2014
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Contro
il gender si attiva il Forum delle Famiglie
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Mentre avanza nelle scuole italiane l'offensiva
dell'ideologia del "genere" con gli opuscoli "Educare
alla diversità" e le diverse iniziative collegate, il
Forum delle associazioni familiari dell'Umbria corre ai ripari e
predispone un manuale per genitori con figli da 0 a 18 anni, intitolandolo
"Dodici strumenti di autodifesa dalla teoria del gender".
Indicazioni pratiche contro il rischio indottrinamento,
come verificare i piani di offerta formativa prima dell'iscrizione
scolastica, tenersi informati sui contenuti proposti, segnalare
eventuali abusi al dirigente scolastico o addirittura denunciare,
in alcuni casi, il verificarsi di veri e propri episodi di violenza
privata nei confronti dei figli. Francesco Belletti, presidente nazionale del Forum,
ci spiega che e in corso una discussione su come rilanciare a livello
nazionale uno strumento "che riflette l'esigenza dei genitori
di non essere estromessi dalle scelte educative nei confronti dei
propri figli", e sottolinea, che la scuola "ha oggi bisogno
di una nuova alleanza educativa tra tutte le sue componenti";
di una "co-progettazione" in cui "non può
essere ignorato il punto di vista dei genitori" ai quali l'art.
30 della Costituzione "attribuisce il diritto-dovere' di educare
i figli". Per Belletti "sono da respingere iniziative
che arrivino dall'alto con la vecchia logica della circolare ministeriale".
Sul tema dell'identità sessuale e dell'educazione
alla sessualità, avverte, "non si può viaggiare
per ricette approssimative. Il fatto stesso che alcuni di questi
percorsi chiedano ai docenti di uscire dall'aula, e il materiale
venga gestito dalle associazioni di riferimento senza la custodia
di chi è titolare della responsabilità educativa,
dice che si tratta di ideologica". Del progetto umbro abbiamo parlato con Simone Pillon,
responsabile del Forum regionale e consigliere nazionale della Commissione
relazioni familiari e diritto. Come nasce questo "manuale" di autodifesa? In concreto, che cosa vi è stato segnalato? Come e stata la recezione del vademecum? Che cosa c'è dietro dell'iniziativa
dell'Unar, protagonista assoluta della campagna pro gender? Come intervenire? Che risposta ha avuto dalla Chiesa locale? Secondo lei, i genitori hanno
ancora fiducia nella scuola? Giovanna Pasqualin Traversa da "Il Cittadino" |
QUESTO È
TROPPO !
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La mattina di mercoledì 5 febbraio, Kirsten
Sandberg, presidente della Commissione ONU per i diritti dei minori,
ha letto un rapporto durissimo nei confronti della Santa Sede
in tema di pedofilia, affermando che essa "ha adottato
politiche e pratiche che hanno portato a continui abusi e impunità
per i responsabili [...] e ha consapevolmente posto la tutela della
reputazione della Chiesa e la protezione dei colpevoli al di sopra
del bene dei bambini". Non solo, ma la Commissione
invita la Chiesa a cambiare il suo insegnamento in tema di aborto,
omosessualità e contraccezione. In particolare,
si esprime preoccupazione per il fatto che la concezione dell'omosessualità
della Chiesa cattolica contribuisce alla stigmatizzazione dei bambini
e degli adolescenti cresciuti da coppie dello stesso sesso. L'ONU si dichiara preoccupato del fatto che la Chiesa continui a concentrarsi sulla promozione della complementarità tra uomini e donne e dell'uguale dignità, che sarebbe differente dall'uguaglianza davanti alla legge. Si chiede inoltre di "modificare o ritirare i libri di testo nelle scuole cattoliche che contengono "stereotipi di genere" che possono limitare i bambini alla loro educazione e sviluppo". Si esprime anche preoccupazione per gli adolescenti che si trovano nei seminari della Legione di Cristo e di altri ordini religiosi, per il loro isolamento dalle loro famiglie e dal mondo. Bambini e adolescenti separati dalle loro famiglie verrebbero traviati psicologicamente e la Chiesa garantirebbe l'impunità ai loro manipolatori. Si afferma che l'insegnamento della Chiesa in materia di aborto vada reso più elastico, tenendo conto delle circostanze, e ci si dichiara "seriamente preoccupati" per le conseguenze negative del mancato accesso per gli adolescenti a contraccettivi e informazioni sulla salute riproduttiva. La Santa Sede ha già risposto alle accuse riguardanti la pedofilia lo scorso ottobre, ma l'ONU ha mantenuto la formulazione delle raccomandazioni. Di conseguenza, il Vaticano ha risposto in appena un'ora al documento, ribadendo il proprio impegno in tema di pedofilia ma denunciando l'interferenza dell'ONU negli affari interni e nella dottrina cattolica. Questo documento viene pubblicato nonostante la Santa Sede sia appena comparsa dinnanzi alla Commissione per descrivere i propri sforzi in tema di contrasto alla pedofilia, e nonostante che papa Francesco abbia formato lo scorso dicembre una commissione d'inchiesta con il preciso scopo di mettere a disposizione della giustizia civile il maggior numero di casi e informazioni in materia. Anche il suo predecessore Benedetto XVI aveva stigmatizzato pubblicamente la "vergogna" degli abusi su minori, aveva chiesto perdono affermando che il danno avrebbe potuto essere irreparabile e aveva assicurato ogni sforzo per assicurare i colpevoli alla giustizia civile. In conseguenza di ciò, 400 preti pedofili furono destituiti. L'impegno della Chiesa contro l'orrore della
pedofilia è chiaro. Perché questa aggressione
dell'ONU avviene proprio nel momento in cui la Chiesa sta intervenendo
con più decisione sulla questione? Perché I'ONU non dimostra la stessa attenzione verso le molestie sessuali compiute dalle proprie forze di pace o perpetrate nelle scuole dell'UNESCO? Ma soprattutto, come possono le Nazioni Unite
imporre alla Chiesa cattolica cosa bisogna insegnare in tema di
aborto, omosessualità o contraccezione, oltretutto utilizzando
la scusa dell'obbrobrio degli abusi sessuali su minori? Non è tollerabile che
le Nazioni Unite strumentalizzino la sofferenza delle vittime di
abusi sessuali per imporre alla Chiesa cattolica la propria agenda
sui temi sensibili e la propria ideologia. |
Una vita sotto
la protezione di Dio
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Quando i coniugi invecchiano insieme è grazia,
fedeltà e fiducia reciproca, è la vita in tutte le
realtà, attraverso alti e bassi. Talvolta conosciamo bene queste persone, le frequentiamo: parenti, amici, vicini, colleghi e colleghe. Il fallimento dei matrimoni è sempre una realtà triste e dolorosa. Ne soffrono soprattutto le persone che non sono più ammesse a ricevere i sacramenti. Questo vale però solo se iniziano un altra relazione! Anche i sacerdoti soffrono con loro.
Non deve presentarsi come accusatore e giudice, bensì accompagnare i fedeli nel loro fallimento e nelle loro ferite. Ciò non significa togliere il valore alla indissolubilità del matrimonio voluto da Dio, ma dimostrare che gli uomini non vengono messi da parte nel fallimento. |
I genitori di Maria - ANNA e GIOACCHINO - sono venerati come patroni degli
sposi per un matrimonio felice. Questo quadro che li raffigura è
opera di MACRINO D'ALBA (XV sec.).
LA TRINITÀ Voler capire
Provo più piacere a
vivere in un mondo pieno di misteri, che in un mondo così
piccolo dove la mia mente capisce tutto. Jean Giono
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Come posso "pensare"
la divina TRINITÀ?
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Dio Padre, creatore del cielo e della terra, con
l'incarnazione del Figlio suo Gesù Cristo ha voluto condividere
in tutto la nostra vita in terra; e ora continua a essere presente
e a operare nel corso della nostra esistenza mediante il dono dello
Spirito Santo.
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ANGELI
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Gli Angeli sono segni eccezionali dell'amore di Dio verso di noi. Ci accompagnano tutta la vita, dal giorno della
nascita fino all'ultimo momento qui in terra, per riconsegnare la
nostra anima al nostro Creatore. E se ci rivolgessimo un po' più frequentemente al nostro celeste Amico con questa semplice preghiera?
Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, guida e governa me che ti fui affidato dalla bontà celeste. Amen.
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Angeli custodi, non sentite il grido delle madri? "Dove eravate? Avete voltato le spalle alla sofferenza
e al martirio dei bambini in Siria e in tante altre parti del mondo?" "Noi eravamo lì", dissero gli angeli con voce flebile. "Noi stessi abbiamo subìto quelle sofferenze e quel martirio. Abbiamo consegnato i vostri bambini illesi nelle mani del Signore". |
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Diagnosi Genetica Preimpianto (PGD): è lo studio di eventuali alterazioni cromosomiche
e mutazioni genetiche presenti in embrioni umani - ottenuti per fecondazione
in vitro (FIVET) - prima della loro impiantazione nell'utero materno. Sono tra loro compossibili "selezione umana" e "dignità umana"? NB: Per poter eseguire la PGD occorre avere a disposizione
un certo numero di embrioni (almeno 10). |
Messaggio per la
Giornata nazionale per la vita
"GIOVANI APERTI ALLA VITA" |
La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si
chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo
dono - a volte misterioso e delicato - e da chi si dispone a esserne
servitore e non padrone in se stesso e negli altri, secondo la profezia
dell'Antico Testamento. Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne
i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida
oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto
e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l'esistenza
di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita
l'emarginazione di chi fa più fatica. L'aborto e l'eutanasia sono le conseguenze estreme e
tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per
farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è
un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la
strada alla prevaricazione su chi è più debole e indifeso. Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa
dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli
spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita significa offrire
esempi, testimonianze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno
che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo.
Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell'esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso. I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti - creati e manovrati dagli adulti e fonte di lauti guadagni - che tendono a soffocare l'impegno nella realtà e la dedizione all'esistenza. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati
proficuamente per testimoniare una cultura della vita. |
Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e
sociale, non aspettano altro che un adulto, carico di simpatia per la
vita, che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una
strada per sperimentare l'affascinante avventura della vita. È
una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con
forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti - adulti,
istituzioni e corpi sociali -, perché chi ama la vita senta la
propria responsabilità verso il futuro. Consiglio dei Vescovi italiani |
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Corpus Domini: "Corpo e Sangue del Signore"
A seguito si una visione della monaca agostiniana Giuliana di Liegi nell'anno 1209, il 12 agosto 1264 Urbano IV dichiarò il Corpus Domini festa per tutta la Chiesa. Nell'anno 1279, per la prima volta, ebbe luogo una processione nella città di Colonia, come espressione di vita cristiana vissuta. Gli inni Lauda, Sion, Salvatorem e Pange lingua furono
scritti e musicati da san Tommaso d'Aquino per questa solennità. |
Lauda Sion Salvatorem
Thomas von Acquin La sequenza Lauda Sion Salvatorem (Loda,
o Sion/Chiesa il Salvatore) è un inno della tradizione liturgica
cristiana cattolica. In essa si esprime la fede nella transustanziazione
eucaristica ed è esaltata la presenza reale e completa (corpo
e sangue) di Gesù Cristo in ciascuna delle due specie (pane e
vino).
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Lauda Sion Salvatorem Ecco il pane degli angeli,
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Preghiera a Maria. O Maria dal cuore giovane, Vorrei correre nella via dell'amore, O Maria dal cuore giovane, Stammi vicino per ripetere oggi: |
I QUATTRO DOGMI CHE PARLANO DI MARIA |
Con la parola DOGMA si definisce un articolo di fede, basato sulla tradizione e sul consenso universale proclamato solennemente dalla Chiesa come verità immutabile che deve essere accettata dai tutti i fedeli appartenenti alla Chiesa Cattolica.
Ci sono quattro dogmi che riguardano Maria:
1. Theotókos. Letteralmente significa colei che genera Dio e spesso viene
reso in italiano con Madre di Dio. Essendo una persona Dio Padre e il Figlio
Gesù, nel Concilio di Efeso 431 venne proclamato questo dogma.
2. Con il dogma della Verginità di Maria si intende una dottrina, sostenuta da alcuni Padri della chiesa dal V secolo e formalmente definita dalla Chiesa nel secondo Concilio di Costantinopoli del 553: Maria è rimasta vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù.
3. L'Immacolata Concezione è il dogma proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento.
4. L'Assunzione di Maria in cielo è il dogma proclamato nel 1950 da papa Pio XII. Viene affermato che Maria, terminato il corso della vita terrena, fu trasferita in Paradiso sia con l'anima che con il corpo: cioè fu assunta, accolta in cielo.
· Il dogma della Madre di Dio è creduto anche dalla Chiesa ortodossa e dai cristiani protestanti.
· Il dogma dell'Immacolata Concezione e dell'Assunzione di Maria in cielo fanno parte solo della fede cattolica romana.
· La Verginità di Maria era creduta ancora dai personaggi della riforma: Martin Luther, Jean Calvin e Huldrych Zwingli - però non più delle Chiese protestanti di oggi. Essi vedono in Maria soltanto un esempio della fede cristiana, uno tra tanti altri.
NON SONO GRAN COSA Non posso darti soluzioni Non posso cambiare Non posso cancellare la tua sofferenza;
Non sono gran cosa, però sono |
Una vita, una sofferenza Come posso amare la vita, Signore, Come posso amare la vita, Signore, Come posso amare la vita, Signore, Come posso amare la vita, Signore, |
SCIENZA e SENSO della VITA Un'amica ha recentemente perso il marito
per un malore, improvvisamente. Le risposte dunque vanno cercate altrove: nella fede, in una filosofia, in un sistema di valori, non nella scienza. Essa da risposte parziali, destinate a essere superate; il progresso scientifico non è altro che il continuo invecchiare di teorie scientifiche superate da altre migliori. La teoria scientifica, per dirla con Karl Popper, non è mai vera, non è stata ancora superata. Così è logicamente impossibile pensare che la scienza possa spiegare una volta per tutte l'origine dell'universo, la sua nascita, il suo emergere dal nulla. Per quanto possa spingersi avanti potrà fare delle teorie parziali sullo stato del cosmo in un qualche tempo anche molto remoto. Ma dire che questa è l'origine, ovvero il confine tra il nulla e l'essere non è cosa che la scienza empirica possa provare con i suoi strumenti. La stessa Margherita Hack in un intervento
al programma televisivo "Il Grillo" afferma che: "I dati
moderni, acquisiti grazie alla fisica quantistica, indicano che l'Universo
primordiale doveva avere dimensioni estremamente piccole - molto minori
delle più piccole particelle elementari - ma non nulle, e una
temperatura e una densità enormemente grandi, ma non infinite.
D'altra parte, la nostra fisica non è in grado di spiegare cosa
ci fosse prima di tale istante. In altri termini, noi non abbiamo i
mezzi per capire se effettivamente questo sia stato l'"inizio"
dell'Universo, o se prima esistessero altre condizioni che ancora non
siamo in grado di spiegare: preferiamo chiamarlo "inizio",
il che non significa che lo sia stato nel senso comunemente inteso." |
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Eppure le domande di senso ultimo, non sono indifferenti
per lo scienziato, in quanto uomo, e condizionano la sua ricerca scientifica,
nelle motivazioni, nella scelta dell'oggetto, negli scopi, nelle modalità. Si tratta di scelte che chiamano in causa la sua responsabilità personale. Vi sono scienziati che, rimanendo ottimi scienziati hanno commesso crimini abominevoli: pensiamo agli esperimenti condotti sugli ebrei prigionieri nei campi di concentramento; non si trattava di sadici e i protocolli di ricerca erano sicuramente molto rigorosi. L'aberrazione non era di carattere scientifico ma etico: erano le motivazioni, gli scopi e i mezzi della ricerca a renderla criminosa. D'altre parte vi sono scienziati hanno messo e mettono a repentaglio la vita per ricerche pericolose a beneficio di altri che non conoscono e non conosceranno. Anche questa non è una motivazione scientifica ma etica, filosofica, religiosa che certo non compromette certamente i risultati scientifici delle ricerche così condotte. Scrive il poeta turco Nazim Hikmet: La libertà di ricerca è dunque responsabilità di ricerca, delle ragioni, dei mezzi e degli scopi della ricerca. Il progresso ad ogni costo, il ricercare sempre e comunque, è una possibilità ma non un dogma, non è un concetto scientifico, inevitabilmente implicato dall'essenza stessa della ricerca. E' lecito discuterne, discutere i limiti, stretti o larghi di una libertà, che come tutte le libertà di questo mondo è limitata. La scienza non è una fede, la scienza ha la s minuscola, non è mai in sé lo scopo e non lo contiene; E' un utilissimo strumento di conoscenza se utilizzata per il molto che può dare, ma una formidabile arma d'autodistruzione se diventa un idolo fine a se stesso. Chiedere alla scienza di indicare la direzione verso cui si deve dirigere l'umanità è come trovarsi sulla nave di cui parlava Kierkegaard: "La nave è ormai in mano al cuoco di bordo e le parole che trasmette il megafono del comandante, non riguardano più la rotta, ma quello che si mangerà domani". Matteo Gillerio |
Una società, che annienta la vita, che distrugge embrioni per le ricerche - o perchè si spera in un grande affare - può essere chiamato difficilmente umana. |
Dio ha creato l'uomo a suo imagine e, diventando uomo, ha onorato la nostra natura umana. Sicuramente non per caso! |
CON TUTTO ME STESSO Signore, benedici le mie mani, Signore, rafforza i miei piedi, Signore, tocca la mia bocca, Signore, purifica i miei occhi, Signore, tocca le mie orecchie, Fa' o Signore, che Tu possa disporre
di me |
EDUCARE ALL'AFFETTIVITÀ
Mons. Paolo Rigon I nostri ragazzi hanno il diritto di sentirsi proporre
determinati valori perché, conoscendoli, abbiano la possibilità
di scegliere e siano conseguentemente in grado di camminare seguendo delle
tappe. Noi genitori dobbiamo essere i primi testimoni e non dobbiamo avere
paura nel proporre i nostri valori, le nostre scelte, i nostri credo. Per questo è indispensabile proporci e prepararci
delle mete da perseguire, cercando di essere coerenti sempre nello spiegare
il perché dei nostri "sì" e dei nostri "no".
È vero che nell'età adolescente difficilmente si accettano
consigli e, tanto meno, dai genitori. Ma noi genitori dobbiamo impegnarci
ad educare i nostri figli alla libertà, alla capacità di
saper scegliere, aiutandoli a riscoprire una scala di valori. Educare all'affettività significa presentare ai
ragazzi la strada verso la felicità, ricordandosi di voler mai
delegare altri a questo insegnamento, partendo dalla certezza che il segreto
della felicità è l'amore e che amare significa completare
se stessi avvicinandosi uno all'altro. Dobbiamo allenarli all'apertura,
al dono di se stessi, al rispetto per l'altro, aiutandoli a capire che
donare non vuol dire sprecarsi nella quotidianità, ma significa
valorizzare il proprio essere, la propria persona, per sentirsi pienamente
realizzati. Amare significa cercare il bene dell'altro e, se è
vero che ogni gesto corporeo è espressione di linguaggio, sarà
anche vero che il rapporto tra due persone non potrà essere altro
che il linguaggio dell'amore. L'amore però deve essere capito e vissuto come
un sentimento profondo che si costruisce nel tempo e con fatica, e deve
avere un contenuto autentico. Deve partire dal desiderio e dal costante
impegno di volersi donare all'altro, sapendosi porre in discussione continua
per scoprire la gioia del vivere e costruire insieme. Questa è la forza dell'amore e le nostre famiglie
dovrebbero esserne autentici modelli. |
Preghiera di Antoine
de Saint-Exupéry Io prego non per miracoli e visioni, o
Signore, Lasciami constatare che i sogni non aiutano Tienimi lontano dalla ingenua fiducia Concedimi la fantasia necessaria Preservami dalla paura |
La vita sconfigge la morte Da dove viene la gioia Dom Helder Camara |
La preghiera di suffragio per i defunti è presente fin dagli inizi della tradizione cristiana.
Abbiamo molti esempi nelle primitive iscrizioni sepolcrali. Ne citiamo
una nella quale un cristiano anonimo prega per il padre: "Concedi
il riposo all'anima di mio padre Sinete, tu che sei il riposo, la vita
e la risurrezione". |
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